Una straordinaria opera che viaggia tra semplicità e realismo assoluto, facendo entrare lo spettatore nel paese, nei suoni, nelle espressioni e nelle voci del quotidiano del 1944 in Trentino. Sorprendente la partecipazione totale che consente a chi assiste, permettendogli in breve di far parte della vita dei personaggi, con la sensazione di star camminando con loro sulla neve, di avvertire il gelo dell’inverno nelle ossa o di stringersi con loro nei letti per scaldarsi e trovare quell’affettivita’ fraterna e ovvia dei bambini. Recitato in maniera mirabilmente credibile, ogni vicenda, naturale riflesso possibile della cultura comunitaria e del cattolicesimo di allora (la ricerca di un erotismo immaginativo, le sigarette di nascosto, lo scegliere di spendere denaro per un disco piuttosto che per le patate ai figli, il far l’amore nella stalla prima del matrimonio), ci porta a vivere intensamente la realtà interiore del singolo, avvicinarsi alla sua psicologia, insieme così prevedibile e così contorta. Un bel film, che bel film. “Vermiglio” va visto. Per la sua delicatezza, la sua bellezza, la sua poesia e l’infinita tenerezza dei discorsi dei bambini e la dolcezza . Ma va visto anche perché non era nemmeno un secolo fa che tutto ciò accadeva e il mondo, da allora, è diventatao un altro mondo.